sabato 24 maggio 2014

Harry Potter e i doni della morte

Con questo settimo libro terminava  una saga di grandissimo successo, iniziata con un piccolo romanzo che appena pubblicato non poteva prevedere un larghissimo seguito. Le trasposizioni cinematografiche mai all'altezza dei romanzi, anzi, neppure avvicinabili alla dolce compagnia dei primi libri (quanti anni sono passati!) e allo sviluppo della trama, che devo dire molto ha risentito delle versioni da grande schermo.
Harry Potter finiva, e per noi che avevamo letto i libri finiva in modo prevedibile e assai deludente.
L'Harry dei primi tre volumi diventò un divo in celluloide, e non ha che poche tracce di quel bimbo timido e spaurito che si affacciava ad un mondo così difficile e "segnato". Questo bel giovanotto hollywoodiano non è che l'ombra di questo personaggio.
Quanto era lontano il momento in cui Hagrid, sull'isoletta in mezzo alla tempesta, dove gli zii hanno trascinato Harry, gli diceva "sei un mago, Harry". E lui, dolce piccolo orfano, sgranava gli occhi e guardava in faccia il suo destino. Fra le pagine di quei libri noi milioni di lettori ci siamo rifugiati - personalmente mi ricordo nel '99, mentre fuori imperversava una pioggia invernale, sotto una coperta sul divano nella mia vecchia casetta in affitto, scoprii il piccolo Harry.


Luana

1 commento:

  1. Ho iniziato a leggere la serie quando avevo nove o dieci anni e, poi, ho smesso. Sono capitate un po' di cose e la lettura è passata in secondo piano. Non ho mai più ripreso a leggere Harry Potter e questo non me lo posso perdonare. Mi sono affidata solo alla risoluzione cinematografica, accantonando la bellezza del racconto scritto. Mi piacerebbe molto avere tutti i volumi perché sono imbattibili.

    RispondiElimina